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RIABILITAZIONE ESTETICA DI INCISIVO CENTRALE SUPERIOREIncisivo centrale superiore devitalizzato da qualche anno e discromico a causa di restauro in resina composita obsolescente.
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Previo ritrattamento endodontico, il dente viene riabilitato con perno in fibra di quarzo e corona in disilicato di litio riacquistando una naturale lucentezza
RESTAURO DIRETTO DI INCISIVO CENTRALE SUPERIORE DOPO FRATTURA DA TRAUMA DIRETTO
La tecnica proposta è quella della “stratificazione anatomica” ed ha lo scopo di riproporre la morfologia del dente nei suoi più fini aspetti. Le superfici esterne saranno ricostruite con un materiale otticamente simile allo smalto mentre la parte interna richiederà l’impiego di una resina composita dalle caratteristiche ottiche sovrapponibili a quelle della dentina. Tutto questo permetterà di approdare ad un risultato di sicuro effetto estetico al quale avranno contribuito tanto il fatto di aver dato ai materiali la giusta forma quanto il fatto di aver combinato nel giusto rapporto, materiali dalle diverse caratteristiche ottiche, esattamente come avviene nel dente naturale.
Frattura post-traumatica della corona di un incisivo centrale superiore, in paziente di anni 13, non complicata, ovvero senza esposizione della polpa dentaria. La risposta del dente al test di vitalità, condotto con l’applicazione sulla sua superficie di un pellet di cotone imbevuto di criospray, e quindi molto freddo, è del tutto normale e la paziente non riferisce di aver avuto dolore spontaneo nei giorni successivi al trauma che, essendo occorso nel periodo immediatamente successivo al ferragosto, rendeva impossibile un intervento tempestivo e così il restauro poteva essere effettuato solo dopo circa 15 giorni dalla frattura.
In considerazione dell’assenza di esposizione pulpare unita all’indolore decorso post-traumatico, si decideva di procedere con il restauro direttamente, senza il ricorso alla terapia canalare (devitalizzazione).
Rilevate le impronte, si realizzava un modello dell’arcata superiore onde poter poi procedere con una ceratura, ovvero la ricostruzione in cera della parte di dente mancante. Di tale ricostruzione veniva poi rilevata un’impronta in silicone al fine di realizzare una guida per poter ricostruire correttamente la parete posteriore.
Previo isolamento con diga di gomma, sempre indispensabile ai fini dell’eccellenza del risultato, si applicava la guida in silicone e sulla superficie posteriore di questa (perfetta riproduzione della superficie palatale del dente), si stratificava la resina composita utilizzandone un tipo avente le stesse caratteristiche ottiche dello smalto dentario. Il risultato è quello di ottenere una parete posteriore perfettamente fedele all’originale. (vedere anche foto 4 e 5)
Sulla parete posteriore si procede poi stratificando della resina composita avente caratteristiche ottiche compatibili con quelle della dentina naturale e nel pieno rispetto della morfologia della dentina del dente naturale. (vedere anche foto 7)
Si conclude il restauro stratificando al di sopra della resina composita/dentina, la resina composita/smalto prima usata per la ricostruzione della parete posteriore del dente.
IMPLANTOLOGIA POST-ESTRATTIVA
Una soluzione per ridurre i tempi della riabilitazione protesica. Il caso in oggetto mostra un premolare superiore ben devitalizzato ma con un' estesa lesione periapicale che può essere legata ad una frattura non rilevabile radiograficamente o alla complessità del sistema dei canali radicolari che proprio nel terzo apicale raggiunge la sua massima espressione. (guardare la foto sopra la scritta)
Il sito dopo l'estrazione. E' importante procedere con la massima delicatezza onde preservare quanto più è possibile l'osso alveolare destinato ad accogliere l'impianto. (guardare la foto sopra la scritta)
L'impianto posizionato subito dopo l'estrazione. Il posizionamento immediato è reso possibile da due condizioni: dal fatto che il sito post-estrattivo è rimasto integro grazie a delicate e certosine manovre estrattive, e dal fatto che l'osso alveolare ha un buon grado di mineralizzazione ed è dunque sufficientemente denso al punto da poter garantire stabilità all'impianto stesso. (guardare la foto sopra la scritta)
RESTAURO ESTETICO DIRETTO DI DUE INCISIVI CENTRALI SUPERIORI FRATTURATI
Una sinergia tra terapia ortodontica e terapia restaurativa
La paziente del presente caso ha subito un trauma che ha comportato la frattura con esposizione della polpa di ambedue gli incisivi centrali superiori. Dopo aver devitalizzato i due elementi dentari, si è proceduto con l'applicazione di un apparecchio fisso superiore con la finalità di estrudere i due incisivi poichè la rima di frattura era posizionata al di sotto del margine osseo così da rendere impossibile il restauro degli stessi.(guardare la foto sopra la scritta)
Dopo terapia ortodontica: è evidente come i due denti ora siano posizionati più in basso sicchè la rima di frattura è completamente esposta ed il restauro esteticocon tecnica diretta facilmente eseguibile. (guardare la foto sopra la scritta)
Dopo restauro diretto: con il reintegro della sostanza dentale perduta attraverso l'impiego di resine composite di alta qualità, la paziente può tornare a sorridere.(Guardare la foto sopra la scritta)
RESTAURO DI CARIE DI SECONDA CLASSE DI BLACK
Una evenienza molto comune nella pratica clinica quotidiana
La parete interprossimale ricostruita rappresenta un importante punto di riferimento per il completamento del restauro che consisterà nel riempimento della cavità che è venuta a crearsi. (guardare l'immagine sopra la scritta)Il restauro terminato, prima della lucidatura e della rimozione della diga di gomma. (guardare l'immagine sopra la scritta)Il restauro dopo la rimozione della diga e la lucidatura. (guardare l'immagine sopra la scritta)
RIALZO DEL SENO MASCELLARE PER VIA CRESTALE(MINI-RIALZO)
una tecnica elegante e minimamente invasiva per aumentare l'altezza dell'osso.
Nella prima radiografia si nota una scarsa altezza dell'osso, insufficiente ad accogliere anche il più corto degli impianti. In questi casi è necessario "invadere" il seno mascellare, ovvero quella cavità paranasale posta all'interno dell'osso mascellare. La tecnica consiste nel praticare un foro fino ad arrivare al limite inferiore del seno mascellare, a questo punto vi sarà un esile diaframma osseo a dividere la cavità in via di realizzazione dal seno mascellare stesso. Questo diaframma viene forato con strumenti manuali simili a scalpelli, con la massima delicatezza poichè al di sopra di esso vi è una delicata membrana che non deve essere perforata onde evitare l'infiammazione del seno mascellare, e così tramite appositi strumenti, la membrana verrà sollevata e poi mantenuta nella nuova posizione dalla porzione apicale dell'impianto che, per circa tre millimetri, sporgerà all'interno del seno mascellare. Lo spazio che si crea tra membrana e superficie ossea, nel volgere di otto/dieci mesi, verrà colmato da osso di nuova formazione e dunque il risultato finale consisterà nell'ispessimento dell'osso che alla fine andrà a rivestire l'impianto per tutta la lunghezza di quest'ultimo
PRIMA
DOPO
RESTAURO DIRETTO DI MOLARE INFERIORE GIA' DEVITALIZZATO
La tecnica diretta spinta all' estremo
Estesa distruzione coronale di un molare inferiore, già sottoposto a terapia canalare (devitalizzazione) e a terapia restaurativa diretta, ambedue inadeguate. Il restauro eseguito, previa gengivectomia vestibolare, con tecnica diretta, è del tutto paragonabile, per requisiti estetici, ad un restauro eseguito con tecnica indiretta (intarsio).
RIABILITAZIONE ESTETICA DIRETTA DI DUE INCISIVI CENTRALI SUPERIORI
La semplicità e i limiti della tecnica diretta applicata ad un caso di frattura non complicata.
Il reintegro dell' estetica, è stato ottenuto utilizzando una tecnica di stratificazione anatomica con resina composita di elevata qualità. Il diastema era, come si può notare, presente anche prima della frattura e potrà eventualmente essere eliminato in futuro con l'applicazione di due faccette (restaurativa indiretta).
RIABILITAZIONE ESTETICA DIRETTA DI DUE INCISIVI CENTRALI SUPERIORI
La tecnica diretta applicata con successo anche ad un caso di frattura complicata
A differenza del caso precedente, uno dei due incisivi, il destro, è stato interessato da una frattura di profondità tale da comportare l'esposizione della polpa e, dunque, si è proceduto con la devitalizzazione di quest'ultimo prima di eseguire i due restauri diretti.
PERSISTENZA DI AMPI DIASTEMI FRONTALI DOPO TERAPIA ORTODONTICA FISSA
Una elegante soluzione per risolvere i problemi legati alla discrepanza tra il diametro dei denti e la lunghezza dell'arcata
Al termine della terapia ortodontica, residuavano ampi spazi tra gli incisivi, corretti con odontoplastica additiva, una tecnica basata sull'impiego di resina composita utilizzata non già per restaurare, ben sì per ingrandire i denti.
SECONDA CLASSE SCHELETRICA CORRETTA CON APPARECCHIATURA MOBILE FUNZIONALE
Ortodonzia funzionale e terapia miofunzionale: un esempio di sinergia virtuosa
Grave retrusione mandibolare in paziente di 12 anni, corretta con apparecchiatura mobile atta a promuovere la crescita mandibolare. Dopo 2 anni, la discrepanza tra crescita mascellare e crescita mandibolare è del tutto annullata. Alla terapia ortodontica è stata associata una terapia miofunzionale.
SECONDA CLASSE SCHELETRICA CON AFFOLLAMENTO BIMASCELLARE
Creare i presupposti strutturali e funzionali per armonizzare la crescita maxillo-mandibolare
Il grave affollamento mascellare, imponeva alla mandibola, una posizione arretrata; dopo aver corretto l'affollamento mascellare e mandibolare con apparecchiatura fissa, si è proceduto con un ciclo di terapia ortodontica funzionale basato sull'impiego di apparecchiatura mobile atta a stimolare la crescita mandibolare. Anche questo caso è stato contenporaneamente trattato con terapia miofunzionale.